LAGO DI COMO
Il lago di Como è un lago lombardo di origine glaciale, appartenente alle province di Como e Lecco. Si estende su una superficie di 146 km², ha una larghezza massima di 4,3 km e una lunghezza massima di 46 km. Il suo perimetro misura 185 km. Con i suoi 416 metri di profondità (nei pressi di Argegno) è uno dei laghi più profondi d’Europa. È il terzo lago più grande d’Italia, dopo il lago di Garda e il lago Maggiore. Ha una forma caratteristica a “Y” rovesciata. Il fiume Adda è il principale immissario (vicino a Colico) e l’unico emissario (a Lecco).
Il lago è composto da tre differenti parti: guardando la carta geografica, a sinistra il ramo di Como, a destra il ramo di Lecco e a nord il ramo di Colico. Il lago di Como è detto anche Lario. I rami di Lecco e Como delimitano due lati del cosiddetto “triangolo lariano”. A sua volta il ramo di Como è diviso in tre distinti bacini: il primo bacino è delimitato dalla città di Como e dai paesi di Moltrasio (sul lato sinistro) e Torno (sul lato destro), da li parte il secondo bacino che termina tra la frazione Torriggia nel comune di Laglio (sul lato sinistro) e la frazione Careno nel comune di Nesso (sul lato destro), qui inizia il terzo bacino che giunge fino alla punta del Balbianello (sul lato sinistro) e la nota località di Bellagio (sul lato destro).
Proprio nel terzo bacino (sul lato sinistro) è posizionata l’Isola Comacina, l’unica del Lario nella quale sono stati trovati insediamenti risalenti fino all’epoca romana. I paesaggi, gli scorci e le vedute che tutto il territorio è in grado di offrire meritano da sole una visita. Un mix di colori e atmosfere diverse in ogni stagione ammirabile dai diversi punti panoramici disseminati sul territorio. Veri e propri ‘palchi d’onore’ da cui godersi, in particolare nelle giornate terse, lo spettacolo della natura e dell’uomo. Il territorio circostante il lago offre al visitatore numerose possibilità per il turismo verde. Dall’alto Lago fino alla Brianza passando per le valli montane, l’area è caratterizzata da parchi e riserve naturali protette, ricche di vegetazione e popolate da numerose specie animali.
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COMO
Il nucleo centrale della città ha mantenuto l’impianto ad assi ortogonali tipico del “castrum romano” e, anche se le mura medievali del XII sec. costruite probabilmente su mura precedenti, non esistono praticamente più, le case in quest’area sono per lo più di origine antica anche se spesso rimaneggiate nelle epoche successive. Punto di partenza e di arrivo di qualsiasi itinerario per la città antica è piazza Cavour, una bella e ampia piazza affacciata in uno dei punti più belli del lago, diventata famosa per gli allagamenti ogni volta che il livello del lago sale per le troppe piogge (fu imprudentemente ricavata nel 1871 colmando l’area del vecchio porto). Percorrendo via Plinio, si raggiunge in pochi minuti il cuore, il centro civile e religioso della città medievale dove si trovano la Torre Civica, il Broletto e il Duomo, in stile gotico-rinascimentale. Sullo stesso sito sorgeva la chiesa di Santa Maria Maggiore consacrata cattedrale nel 1016, che fu progressivamente smantellata, come anche alcune parti del Broletto e della chiesa di San Giacomo per far spazio all’imponente Cattedrale, la cui costruzione durò dal 1396 al 1740, quando fu completata la cupola dell’architetto Filippo Juvarra. La raffinatezza della facciata del XV sec. trova riscontro anche negli interni, il cui apparato decorativo è ricco di pregevoli opere, tra cui l’altare ligneo di S.Abbondio, la Sacra conversazione del Luini, uno stendardo del Marazzone e nove arazzi del XVI sec. Il Broletto, antico Palazzo Comunale del 1215 modificato nel 1477 per far spazio al
Duomo, conserva una bella decorazione parietale a fasce marmoree bianche, grigie e rosse in uno stile tipicamente lombardo con vasto porticato al pian terreno e sale di rappresentanza illuminate da ampie polifore al primo piano. E’ affiancato dalla Torre Civica, coeva, ma ricostruita recentemente nella parte alta. Su piazza Grimoldi si affacciano anche la chiesa di San Giacomo dell’XI sec. a pianta basilicale triabsidata, molto particolare, e il Palazzo Vescovile del 1013, purtroppo molto rimaneggiato nei secoli. Rimane comunque uno dei più antichi palazzi di Como. Alle spalle dell’abside del Duomo si può ammirare la facciata neoclassica del Teatro sociale dell’inizio dell’Ottocento con un pronao di 6 colonne corinzie. Proseguendo lungo via Vittorio Emanuele II, la via dello shopping, si raggiunge il seicentesco Palazzo Cernezzi, attuale sede del Municipio, al cui interno si trova un bel cortile colonnato tipico delle case comasche. Di fronte all’ingresso del Municipio si può ammirare l’abside romanica della Basilica di San Fedele, fiancheggiata da uno splendido portale romanico istoriato, il “Portale del drago”. La chiesa attuale risale all’XI sec., ma ha origini molto più antiche. Sorge, infatti , su una precedente chiesa paleocristiana del V-VI sec., la chiesa di Sant’Eufemia. La pianta è originalissima con tre navate corte, tre conche absidali disposte a trifoglio e un deambulacro che, dalle navate laterali, prosegue idealmente ad abbracciare le absidi. La facciata è stata completamente rifatta all’inizio del XX sec., ma ingloba il rosone rinascimentale. La piazza San Fedele, su cui si affaccia la chiesa, è stata a lungo la piazza del mercato annonario e sorge su parte dell’antico Foro romano. E’ uno degli angoli più suggestivi del centro storico con le sue case rinascimentali del XV-XVI sec. dalla struttura a sbalzo in legno a vista riempita da mattoni in cotto disposti a spina di pesce. Pochi passi più avanti si trovano ad angolo il Museo Archeologico e il Museo del Risorgimento, entrambi in palazzi Cinquecenteschi modificati nel Settecento con cortili interni molto belli. Le raccolte custodite all’interno sono particolarmente ricche e raccontano la storia della città e del suo territorio dall’antichità ai giorni nostri. Particolarmente interessanti sono la sezione preistorica e protostorica – con i reperti della Cultura di Golasecca – e la sezione romana del Museo Archeologico. Tra i due palazzi dei musei si può ammirare la via Balestra, medievale, che conduce verso le antiche mura. Imboccando via Giovio, a metà percorso prima di arrivare alla Pinacoteca, sulla sinistra si può scorgere la medievale Porta Torre, sul lato meridionale dell’antica cinta muraria del 1192 sorta parallelamente alla cinta romana per volere di Federico Barbarossa per difendere la città dopo la distruzione delle mura romane ad opera dei milanesi nel 1127. Curiosa è la presenza di due archi di passaggio all’esterno e uno solo più ampio all’interno. Tornando indietro su via Giovio si raggiunge il seicentesco Palazzo Volpi, sede della Pinacoteca, che raccoglie opere d’arte dal VII al XXI sec. Molto interessanti sono la sezione medievale, la Quadreria cinquecentesca e i disegni futuristi di artisti comaschi. Percorrendo poi la via Alessandro Volta si arriva nuovamente sul lungolago e si raggiunge il neoclassico Tempio Voltiano, eretto nel 1927 in occasione del primo centenario della morte dello scienziato, inventore della pila. Da qui attraverso Borgo Vico, si arriva alla passeggiata di Villa Olmo realizzata nel 1957 per collegare tra loro alcune ville patrizie costruite in età barocca e neoclassica tra Como e Cernobbio.
Al limitare del centro storico, nei cosiddetti “Borghi”, si trovano altre tre chiese di interesse storico: S. Abbondio, S. Carpoforo e S.Agostino. La prima fu edificata su una precedente chiesa paleocristiana e rimase la cattedrale di Como fino al 1013 quando il ruolo di cattedrale passò al Santa Maria Maggiore (la chiesa precedente al Duomo). E’ la più antica delle tre chiese romaniche di Como, fondata dai monaci Benedettini Cluniacensi nell’XI sec. E’ caratterizzata dalla presenza di due campanili, cinque navate e un profondissimo coro decorato nel Trecento con un ciclo di affreschi di scuola giottesca lombarda raffiguranti episodi della vita di Cristo. La basilica di S. Carpoforo, in una stradina laterale rispetto a via Rimoldi, è una delle prime chiese romaniche della città. S. Agostino è invece una chiesa trecentesca che si trova sul lato opposto della città, nel borgo omonimo, verso Bellagio. Poco distante, in piazza De Gasperi si può prendere poi la funicolare per salire a Brunate dove si gode di uno splendido panorama sul lago e sulla città di Como. Da non perdere è una breve visita alle Terme romane, che si trovano lungo via Lecco alle spalle del Duomo prima di raggiungere piazza del Popolo dove si trova Palazzo Terragni, la Casa del Fascio costruita negli anni Trenta in stile razionalista, ora sede della Guardia di Finanza.
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CITTÀ MURATA
Città murata e dotata di torri di avvistamento – come la Torre del Baradello – dislocate sulle colline lungo tutta la sponda occidentale del lago, Como è stata in grado di rivaleggiare con Milano fino al tardo Medioevo. Delle mura del XII sec. rimangono solo poche tracce, ma il nucleo centrale della città antica ha mantenuto la struttura compatta e organizzata per assi ortogonali della tradizione romana a cui fanno riferimento anche le tipiche abitazioni con cortile interno.
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STRADA REGINA
La Strada Regina, che coincide per lo più con l’attuale SS340 interamente percorribile, anche se piuttosto stretta in alcuni punti e molto trafficata, è stata costruita dai Romani (I sec. a.C.) lungo la sponda occidentale del lago per collegare la pianura Padana alla Val Chiavenna e alle regioni d’oltralpe, a Coira, attraverso il passo dello Spluga. La tradizione in realtà la attribuisce alla regina longobarda Teodolinda, facendo pensare piuttosto che in epoca romana i trasporti di lungo corso avvenissero più facilmente via lago in barca.
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TERME ROMANE
Le Terme romane si trovano fuori dalle mura ad Est tra viale Lecco e via Dante. Furono portate alla luce nel 1971. Le murature, relative a otto diversi ambienti, occupavano integralmente la zona, di ca. 1500 mq, e nel 2002 furono trovate analoghe strutture anche nel tratto a Nord.L’indagine, svoltasi in modo non continuativo tra il 2006 e il 2008, ha portato inattese novità concernenti l’edificio monumentale di età romana che, per analogia con le parti emerse nel 1971, si credeva unitariamente compromesso in antico; al contrario in particolare nel settore ovest, si sono conservati ambienti con alzati murari fino al metro e mezzo. Sono stati portati alla luce una decina di nuovi vani, di forme e dimensioni variabili, alcuni dei quali dotati di nicchie angolari, disposti intorno ad un cortile centrale. Di particolare suggestione appare un corridoio di servizio, dove si sono conservate l’imposta della copertura con volta a botte, una porta d’accesso, anch’essa con copertura voltata e parte delle feritoie per l’illuminazione. Nel complesso è stato possibile riconoscere due diverse fasi edilizie, la più antica delle quali assegnabile alla seconda metà del I secolo d.C., mentre la seconda, rappresentata da ampliamenti e rifacimenti di alcuni ambienti, è collocabile nel II secolo d.C. Mancano le pavimentazioni, gli apparati decorativi e le infrastrutture dell’impianto, asportati durante la massiccia attività di spogliazione, sopravvenuta dopo l’abbandono, alla fine del III secolo d.C. Tuttavia una notevole quantità di intonaci dipinti, per buona parte figurati, pertinenti alla decorazione pittorica del complesso, è stata recuperata nei livelli di distruzione dell’edificio: si tratta di un ritrovamento di estrema importanza, essendo la più consistente attestazione di decorazione parietale dipinta documentata finora a Como. Dopo l’abbandono, in età tardo antica, l’area fu interessata da una necropoli rappresentata da una decina di sepolture ad inumazione: tra queste le più antiche (V-VI sec.) sono due tombe alla cappuccina pertinenti a individui adulti deposti con corredo.
Le murature, ripulite e consolidate, sono state inserite in un’unica aula sotterranea, corrispondente al piano interrato dell’autorimessa, accessibile mediante scale ed ascensori, e attraversata da una passerella sospesa che unisce la funzione di collegamento tra viale Lecco e via Dante con quella di “belvedere” sull’area archeologica. Il godimento delle strutture è stato reso possibile anche dall’esterno, con la creazione, a livello del piano stradale, di un fronte vetrato. I resti sono visitabili mediante un percorso realizzato in parte tramite passerelle sopraelevate e in parte direttamente al livello di calpestio dell’epoca romana. Sono stati allestiti due piccoli ambienti espositivi, con vetrine relative ad una scelta di reperti di scavo e pannelli esplicativi.
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LA PASSEGGIATA DI VILLA OLMO
E’ un percorso di 500 mt. tra la fine del lungolago di Como, dopo stadio Senigaglia, e appunto Villa Olmo, ricco di ville sette-ottocentesche immerse in splendidi parchi e giardini, una più bella dell’altra. La maggior parte sono private e non visitabili, ma anche solo dall’esterno sono di grande impatto dal punto di vista architettonico-paesaggistico: da Villa carminati Scacchi a Villa Gallia, a Villa la Gallietta, a Villa Parravicini, a Villa De Santis per arrivare a Villa Olmo. Sul sito in cui sorge questa villa originariamente c’era una villa romana, citata da Plinio il Giovane. Fu commissionata dalla famiglia Odescalchi nel 1782 all’architetto ticinese Cantoni, che la terminò nel 1789 realizzando uno splendido esempio di residenza neoclassica lombarda, circondata da un bellissimo giardino all’italiana, ora diventato parco pubblico. Di grande effetto è il Salone da Ballo con una ricca decorazione a stucchi e affreschi. Quando fu venduta ai Visconti di Modrone, questi apportarono alcune modifiche trasformando anche il giardino in parco all’inglese. Dal 1925 è di proprietà del comune di Como e sede di numerose manifestazioni culturali tutto l’anno.
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CERNOBBIO E VILLA D’ESTE
Sorta alle pendici del monte Bisbino che la sovrasta, è considerata ormai un sobborgo di Como, caratterizzato da una zona interna completamente industrializzata e da una fascia prospiciente il lago, costellata di eleganti ville signorili, costruite tra il 1400 e il 1900, delle quali la più celebre è Villa D’Este. Realizzata da Pellegrino Tibaldi nella seconda metà del Cinquecento per la famiglia Gallo, è stata ampliata a più riprese ed è passata in varie mani fino a giungere a Carolina di Brunswick, ex moglie di Re Giorgio IV d’Inghilterra, che la rese famosa. Trasformata in albergo di lusso nel 1873, attualmente è un luogo di ritrovo prediletto da politici, banchieri, industriali, economisti, che spesso si ritrovano in questo centro congressi che conserva il fascino dell’antico pur essendo estremamente moderno. Lo splendido Giardino all’Italiana che circonda la villa contribuisce ad accrescerne il fascino. Da Cernobbio vale la pena salire in cima al monte Bisbino per ammirare uno spettacolare panorama. Anche in questo caso però la strada è ripida e tortuosa, motivo per cui con i camper grossi è meglio evitarla.
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MOLTRASIO (CARATE URIO, LAGLIO, TORRIGGIA)
Questo tratto del lago, famoso nell’antichità per l’estrazione della pietra scura utilizzata per molti edifici locali (tra i quali la Basilica di S. Abbondio, la Chiesa di S. Felice e le mura medievali di Como) è particolarmente pittoresco, perché caratterizzato da piccoli paesini arroccati sulle sponde, ricchi di antiche abitazioni e angoli suggestivi. Qui si trova Villa Passalacqua con un elegante giardino all’italiana e terrazze e la chiesa di Sant’Agata, un piccolo gioiello dell’architettura romanica (XI sec.) con le pareti sia interne che esterne originariamente affrescate.
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BRIENNO
Anche questo è un borgo a precipizio sul lago. Due chiese romaniche lo caratterizzano: SS. Nazzaro e Celso, che è stata completamente rifatta nel Seicento, e S. Vittore, ora dedicata a Sant’Anna, che invece conserva la sua struttura romanica ed è una dei più antichi edifici religiosi della sponda occidentale del lago di Como.
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ARGEGNO (COLORNO)
Località turisticamente rilevante che fa da ingresso alla Valle lntelvi. Del suo storico passato conserva un ponte romano-medievale sul fiume Telo e resti di fortificazioni nel centro storico. La Chiesa principale è la nuova parrocchiale della Trinità, edificata in stile neoromanico all’inizio del ‘900 poiché la chiesa antica fu abbattuta per far posto alla piazza e al porto.
L’oratorio di S. Anna sulla strada per Schignano, costeggiata da cappelle, risale al XVII sec. e conserva pregevoli stucchi di G.B.Barberini, dipinti di Isidoro Bianchi e preziosi altari in scagliola. Qui entrò in funzione la prima linea di filobus d’ltalia, nel 1908. Oggi da Argegno una funivia porta in pochi minuti allo spettacolare belvedere di Pigra (800 m.), da cui lo sguardo può spaziare dal primo bacino del lago fino ai monti dell’Alto Lario e alle dolomitiche Grigne. Tra Argegno e Nesso il Lario raggiunge la massima profondità: 411 m.
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VAL D’INTELVI
E’ la valle che collega Argegno con Lanzo d’Intelvi. E’ una valle nella quale si innestano altre valli in un complicato intreccio di strade e stradine arrampicate. Qui lavoravano i maestri comacini, muratori tra i più esperti in tecniche edilizie, noti non solo in Italia, ama anche in Europa. A circa 900 mt/slm si trova la località turistica di Lanzo, caratterizzata dalla presenza di edifici di origine medievale come la chiesa parrocchiale, che è stata però rifatta nell’Ottocento. Imperdibile è la passeggiata sul Belvedere, da cui si gode una spettacolare vista sul lago di Lugano. Ancora più ampia è la visuale se si arriva alla cima Sighignola a 1300 mt/slm, da dove in giornate con il cielo limpido si riescono a vedere l’Appennino ligure e il Monviso. Da qui si può raggiungere facilmente Campione d’Italia, sulle sponde del lago di Lugano, una cittadina italiana in territorio svizzero, famosa soprattutto per il Casinò che fino a poco fa era uno dei pochissimi aperti in Italia.
photo credit:Ra Boe [CC BY-SA 3.0 de o CC BY-SA 3.0], attraverso Wikimedia Commons
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SALA COMACINA E ISOLA COMACINA
Isola Comacina è l’unica isola del lago, ora disabitata, sulla quale però in età alto medievale e medievale si sviluppò un centro politico civile e militare autonomo rispetto a tutto il resto del lago. Anche dal punto di vista religioso Isola Comacina era una pieve a sé. Sito fortificato prima romano e poi bizantino, perno della difesa imperiale contro i longobardi e caposaldo principale nelle lotte tra Berengario II e Ottone I di Sassonia, mantenne la sua indipendenza fino al XII sec. quando i comaschi per punire la sua fedeltà a Milano la rasero al suolo. Unico edificio integro è l’oratorio barocco di San Giovanni sorto nel XVII sec. sui resti di una chiesa romanica. Si possono vedere ancora resti delle mura romane e di un battistero paleocristiano biabsidato, oltre al complesso romanico di S. Eufemia (XI sec.). Sulla sponda del lago invece sorge Sala Comacina dove si trova villa Beccaria, famosa per aver ospitato Manzoni, Beccaria e Cantù.
photo credit: Francois Trazzi at the French language Wikipedia [GFDL or CC-BY-SA-3.0], via Wikimedia Commons
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OSSUCCIO (SPURANO E OSPEDALETTO)
A Spurano sul lungo lago si trova la chiesetta Ss. Giacomo e Filippo, deliziosa costruzione dell’XI sec. dall’inconfondibile campanile a vela che ritroviamo spesso nelle chiese di questa zona. Degli affreschi dell’epoca rimangono solo rare tracce. Ad Ospedaletto, invece, ci sono i resti di un ospizio medievale con annessa la chiesa di S. Maria Maddalena, sempre dell’XI sec., il cui campanile slanciato è uno dei simboli del lago di Como.
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TREMEZZO
Situato tra la punta Balbianello e il Sasso di San Martino, dopo Cadenabbia, su un tratto di costa di particolare bellezza dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, questo paese – uno dei Borghi più belli d’Italia dal 2008 – si caratterizza per la presenza di numerose ville e parchi. A poca distanza verso punta Balbianello sorge la scenografica villa Arconati-Visconti, di proprietà del FAI-Fondo Ambiente Italiano, accessibile via lago da Sala Comacina. Passeggiando lungo il lago verso nord si arriva a Lenno. E’ un piccolissimo borgo con una bella chiesetta a pianta basilicale dell’XI sec. modificata nel Cinquecento, S. Stefano, e il suo battistero a pianta ottagonale dedicato a San Giovanni Evangelista, splendido esempio di romanico comasco e affreschi medievali sulle pareti interne. Proseguendo oltre si arriva alla famosa Villa Carlotta, interessante esempio di villa settecentesca con ancora molti arredi, oggetti e dipinti dell’epoca. Al suo interno è ospitato un significativo museo che raccoglie statue, dipinti e mobili del periodo neoclassico, tra cui pregevoli sculture di Antonio Canova e tele di Francesco Hayez. Al secondo piano decorazioni settecentesche e stanze con arredamenti d’epoca. La grande attrazione della villa rimane comunque sempre il lussureggiante giardino con la spettacolare fioritura di azalee e rododendri in primavera. Nel giardino si possono ammirare alberi e piante rare, provenienti da ogni parte del mondo: pergolati di agrumi, imponenti siepi di camelie, felci arboree australi, palme, piante tropicali, conifere rare secolari, collezioni di bambù. La prima parte è a terrazze collegate da scalinate a tenaglia, secondo i canoni del giardino all’italiana. La seconda parte all’inglese, voluto dal granduca Giorgio di Sassonia Meiningen, oggi è un giardino botanico apprezzato in tutto il mondo, dove, grazie all’eccezionale clima di questa parte del lago, si può ammirare un patrimonio botanico che supera le 500 specie.
photo credit: Di Ian Spackman [CC BY-SA 2.0 uk], attraverso Wikimedia Commons
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MENAGGIO
Antico centro mercantile allo sbocco della valle omonima, è una delle cittadine più grandi della sponda occidentale del Lario. Il centro storico, che ruota intorno a piazza Garibaldi e via Calvi, è gradevole e particolarmente accogliente per i turisti italiani e stranieri. Oltre alla chiesa di Santa Marta, sulla cui facciata è posta una lapide funeraria romana del I sec., interessanti sono i resti castello medievale circondato da poderose mura, distrutto dai Grigionesi a metà del XVI sec. Sulle alture invece sorge Villa Mylius Vigoni, una vera e propria casa museo ricca di collezioni di dipinti, statue e arredi preziosi, che i proprietari hanno raccolto e conservato nel tempo. Un parco all’inglese con scorsi sul lago di rara bellezza circonda la villa.
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VAL MENAGGIO
E’ una breve valle che collega Menaggio con Porlezza. Nella prima parte è piuttosto stretta e ripida, ma poi diventa pianeggiante. Lungo il percorso, a Cardano, si incontra la bella villa Bagatti-Valsecchi immersa in uno splendido parco.
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VAL CAVARGNA
E’ una pittoresca vallata che si diparte sempre dalla SS340 alla quale si può ritornare passando per la Val Rezzo. In realtà anche se il percorso non è molto lungo (25 km), è piuttosto tortuoso e stretto in diversi punti e quindi non è consigliabile farlo con i camper di grosse dimensioni. Piuttosto, vale la pena percorrere questa valle in motorino o, per i più allenati, in bicicletta. Alcuni scorci sono spettacolari. Originariamente questa valle si caratterizzava perla presenza di miniere e alpeggi, la cui attività è documentata nel piccolo Museo della Valle a Cavargna.
photo credit: Di Howwi [CC BY-SA 3.0], attraverso Wikimedia Commons
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VAL SOLDA
E’ una piccolissima valle, di un unico comune, situata tra Porlezza e il confine svizzero, incassata tra le montagne e il lago di Lugano. San Mamete è un piccolo agglomerato di origini medievali sulle rive del Ceresio. A poca distanza, Castello è un borgo fortificato medievale su uno sperone roccioso dal quale domina la vallata sottostante. Del castello originario rimangono solo alcuni ruderi. Questa valle è famosa per essere descritta in Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro.
photo credit: Di Laurom [Public domain], attraverso Wikimedia Commons
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SANTA MARIA REZZONICO
A Santa Maria presso la parrocchia sono visibili ancora tratti delle mura di una fortezza tardo-romana con la funzione di controllo, avvistamento e difesa della Strada Regina e del lago. Un po’ più in collina sorge invece Rezzonico, con il suo castello trecentesco della famiglia Della Torre, che per la struttura a recinto è molto simile ai castelli di Vezio e Corenno Plinio, sulla sponda lecchese del lago. Suggestive sono le scalinate e i passaggi voltati che portano alle case porticate del lungolago.
photo credit: Di Temujin79 (Opera propria) [Public domain], attraverso Wikimedia Commons
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DONGO
Con Gravedona e Sorico costituiva nel Medioevo la comunità delle Tre Pievi, che rimase autonoma fino alla fine del Cinquecento. Qui il 27 aprile del 1945 i partigiani intercettarono una colonna di mezzi militari tedeschi diretti verso la Valtellina, che nascondevano Benito Mussolini, che fu arrestato insieme ad alcuni gerarchi della Repubblica sociale italiana, fucilati sul lungolago. Ricordi di queste vicende storiche sono visibili all’interno del piccolo museo allestito nel palazzo comunale, il neoclassico Palazzi Manzi.
photo credit: Di BKLuis [CC BY-SA 3.0], attraverso Wikimedia Commons
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GRAVEDONA
Gravedona è il centro più grande del lago, sin dall’epoca romana e medievale. Chiesa di Santa Maria del Tiglio, eretta alla fine del XII secolo sulle fondazioni di un battistero probabilmente del VI secolo, motivo per cui la pianta è diversa da tutte quelle delle altre chiese del lago. Un giudizio universale del XIV sec e il crocefisso ligneo del XII sec. sono particolarmente belli. Dello stesso periodo sono i resti della cripta sotto la chiesa di San Vincenzo, poco distante. Anche Palazzo Gallio della metà del XVI sec. nasconde resti di un preesistente castello. E la chiesa di Santa Maria delle Grazie del 1467, le cui pareti interne sono affrescate da vari pittori lombardi del XVI sec., sorge sul luogo di un oratorio paleocristiano.
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PIAN DI SPAGNA
All’estremità nord del Lago di Como, tra le foci dei fiumi Mera e Adda si trova l’oasi protetta di Pan di Spagna. Questa zona paludosa è un importante punto di sosta e nidificazione per numerose specie di uccelli che trovano tra i silenziosi canneti il loro habitat naturale. La zona si trova sul corridoio di migrazione dello Spluga, uno dei punti di più breve attraversamento dell’arco alpino. E’ il crocevia di importanti rotte di migrazione e ospita, durante il periodo di svernamento, diverse specie di uccelli legati alle zone umide. Qualsiasi alterazione sull’habitat del Pian di Spagna, pertanto, non significherebbe la perdita di un bene prezioso per l’ambiente locale, ma sottrarrebbe agli uccelli migratori un’importantissima area di sosta, con conseguenze sull’ecosistema estese ben oltre i confini nazionali.
Anticamente questo territorio fu considerato particolarmente importante per la sua posizione strategica; fu bonificato dai romani ed ospitò accampamenti spagnoli per tutto il XVI sec. da cui il nome di Pian di Spagna. Il perno della difesa spagnola era il forte di Fuentes, posto sul lungo rilievo isolato che s’innalza dal piano a controllo dell’ultimo tratto dell’Adda.
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COLICO
E’ la località che fa da cerniera tra la sponda lecchese e comasca del Lago di Como. Si trova sul punto d’incontro di due strade importanti: la SS36 del Lago di Como e del Passo dello Spluga, che collega Milano e la Brianza con il Lario e la Valchiavenna, e la SS 38 dello Stelvio. Il paese è dominato dall’imponente Monte Legnone (2609 metri). È una località di villeggiatura soprattutto nella stagione estiva. Ospita dal 2006 la tappa italiana della Coppa del Mondo di kitesurfing. A poca distanza da Colico merita una visita il Forte Montecchio, costruito tra il 1911 ed il 1914, l’unico forte militare italiano della Grande Guerra che abbia conservato ancora intatto il suo armamento originario. Funzione principale del Forte era quella di controllare le strade dello Spluga, del Maloja e dello Stelvio nel caso che gli Imperi Centrali, violando la neutralità della Svizzera, avessero deciso di invadere il Nord Italia. La visita del forte consente oggi di osservare le soluzioni architettoniche, tecniche ed organizzative, alcune delle quali davvero innovative per l’epoca, adottate all’inizio del secolo nell’edificazione dei forti militari. Ma questo non è il solo forte costruito in questo territorio. Tra il 1603 ed il 1606, il conte di Fuentes, governatore di Milano, fece costruire sul Montecchio una fortezza a scopo di difendere il confine settentrionale del Ducato di Milano da francesi e Grigioni svizzeri, che all’epoca occupavano la Valtellina e la Valchiavenna.
Forte Fuentes, che poteva ospitare fino a 300 uomini, si sviluppava su diversi livelli: in alto, ancora visibile, il palazzo del governatore, che però, a causa dell’insalubrità dell’aria, risiedeva a Gravedona; ai livelli più bassi i quartieri del soldati. L’ubicazione del forte consentiva di dominare tutta la pianura sottostante, che da allora venne appunto chiamata Pian di Spagna, ma soprattutto permetteva di controllare le strade per la Valtellina e per il passo dello Stelvio, per la Valchiavenna e per il passo dello Spluga, per Como e per Milano. Il forte era inoltre collegato ad una serie di avamposti preesistenti, noti con il generico nome di Torrette. In realtà tutta questa zona, ma in generale lungo le alture affacciate su tutto il lago erano presenti sin dall’epoca romana e poi medievale torri di avvistamento. In particolare, sul Montecchio settentrionale sono ancora visibili due torrette di guardia, che costituivano il cosiddetto Castello di Colico, di epoca comunale. Più importante sotto il profilo strategico della Torre di Fontanedo, che faceva parte di una più complessa opera di fortificazioni edificate nel corso del XIV secolo dai Visconti. Dalla torre era possibile dominare tutto l’Alto Lago, l’entroterra di Colico e la zona dell’attuale lago di Novate Mezzola. A difesa dell’antica strada che collegava il Lago di Como con la Valtellina, nel territorio di Curcio, si trova invece un’altra torre di vedetta, probabilmente collegata al Forte Fuentes e oggi trasformata in abitazione agricola, la Torretta di Curcio.
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CHIAVENNA
Chiavenna è un centro industriale e commerciale lungo il fiume Mera, famoso sin dai tempi degli antichi Romani per essere in una posizione geografica strategica all’incrocio di importanti direttrici di valico. Per questo fu anche a lungo contesa tra i Vescovi di Como e di Coira in Svizzera per diventare nel XII secolo libero comune. Nel 1335 fu annessa al Ducato di Milano e nel 1512 divenne possesso dei Grigioni fino alla Repubblica Cisalpina. Il centro storico è caratterizzato dalla presenza di palazzi signorili, fontane in pietra ollare tipica della zona, stemmi e chiese. Il territorio circostante è cosparso invece di caratteristici crotti, cavità naturali adibite a cantine con un clima ideale per la maturazione del vino e la stagionatura di salumi e insaccati. Oggi sono diventati per lo più osterie, che offrono una cucina genuina e ricca di tradizione in un ambiente tipico, frequentate da gente del posto, ma anche da numerosi turisti, soprattutto nel periodo estivo. Da visitare nel centro storico di Chiavenna è sicuramente la Collegiata di San Lorenzo, con fonte battesimale del XII secolo. All’interno del Museo del Tesoro si trova invece la Pace di Chiavenna, una preziosa opera di oreficeria. Il Palazzo Pretorio, sede del Comune e poi dei Commissari dei Grigioni, conserva ancora il nucleo originario – il portico dei Consoli – del XII secolo. Altri Palazzi degni di nota sono Palazzo Vertemate-Franchi, una delle più prestigiose dimore signorili del Cinquecento nel territorio della provincia di Sondrio, ed alcuni palazzi appartenuti alla famiglia Pestalozzi: Palazzo Pestalozzi-Luna, Palazzo Pestalozzi-Quadrio, Palazzo Pestalozzi-Castelvetro, tutti realizzati nel XVI-XVII secolo. Nella piazza San Pietro si trova la più bella fontana in pietra ollare della città.
photo credit: Di Snowdog [CC BY 2.0], attraverso Wikimedia Commons
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MADESIMO
CE’ una località di villeggiatura sia in estate che in inverno. Offre molte possibilità di divertimento e relax a chi ama andare per sentieri a piedi, in mountain-bike o sulle ciaspole. Madesimo offre anche l’opportunità di fare canyoning, bouldering, pesca sportiva, arrampicate, nordic walking.
photo credit: Di Martinelli95 [GFDL o CC BY-SA 4.0-3.0-2.5-2.0-1.0], attraverso Wikimedia Commons
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