Qualche domanda a Fabio Contillo, il designer a cui si deve il progetto d’arredo del nuovo Mobilvetta K-Yacht Tekno Design, uno dei camper dal carattere più deciso nell’attuale panorama europeo.
All’interno di quel vasto universo che è il gruppo Trigano, il brand Mobilvetta è diventato sempre più un’icona del buon design made in Italy. Lo stile moderno ed elegante dei prodotti Mobilvetta è da più parti riconosciuto come una delle vette più elevate nel design europeo di settore. Il nuovo motorhome K-Yacht Tekno Design rappresenta il punto più alto di questa ricerca stilistica, i suoi interni sono affascinanti, stabiliscono nuovi parametri nell’arredo per camper. Dietro a questo progetto c’è un designer italiano, Fabio Contillo, che da alcuni anni lavora nella divisione SEA di Trigano, in Toscana. Architetto con una specializzazione in industrial design, Contillo ha affinato i suoi studi all’Westlawn Institute of Marine Technology. Ha lavorato per diversi anni nel mondo della piccola nautica e nel settore delle barche a vela, ma anche nel contract dei mega yacht (vedi Azimut e Ferretti) e in quello nella cantieristica navale. Sei anni fa è arrivato in Elnagh, uno dei brand di SEA-Trigano, e si è occupato dei progetti King, Magnum e T-Loft. Da due anni è passato a coordinare i marchi di alta gamma del gruppo, con il ruolo di Brand Designer di Arca e Mobilvetta.
I prodotti Mobilvetta oggi rappresentano un esempio di stile a livello europeo. Dopo l’eccellente K-Yacht Tekno Line presentato nel 2015, ora fate un ulteriore passo avanti con la gamma Tekno Design, un nome che è già tutto un programma: come è nata l’idea?
Il progetto Tekno Design nasce dalla volontà di staccarsi in maniera piuttosto netta dallo stile classico e dagli schemi tradizionali. L’atmosfera calda e rassicurante, con il buon utilizzo dell’essenza ciliegio, hanno fatto il successo del Tekno Line, il veicolo da cui il Tekno Design deriva. Volevamo però proporre anche qualcosa di diverso, un prodotto di tendenza per una clientela che sta cambiando, una clientela che apprezza quel design italiano pulito e minimale che trova la sua massima espressione al Salone del Mobile di Milano.
Qualcuno pensa che l’interno del Tekno Design sia troppo azzardato, quasi provocatorio in un panorama dominato ancora da un arredo fondamentalmente classico. E’ così?
Che qualcuno percepisca come azzardato l’arredo del Tekno Design ci può anche far piacere… Ritengo che il camper sia oggi un prodotto maturo: nella stessa fascia di prezzo i modelli presenti sul mercato sono piuttosto livellati per caratteristiche, meccanica, prezzo. La differenza la può fare proprio il design, lo stile. Con questo nuovo veicolo vogliamo arrivare a un cliente che cerca qualcosa di diverso, che vuole identificarsi con un prodotto decisamente moderno. Con questo non voglio dire che abbandoniamo le ambientazioni più tradizionali per spostarci solo sul moderno: basta dare un’occhiata alla gamma Mobilvetta per capire che c’è una pluralità di offerta, un buon design fatto anche di atmosfere classiche.
Il progetto Tekno Design è stato sviluppato all’interno dell’azienda o c’è un supporto esterno?
Il Centro Stile Mobilvetta è portato avanti da me con alcuni collaboratori, quindi il progetto nasce all’interno dell’azienda. Per la definizione di alcuni particolari dell’arredo operiamo però in co-design con alcuni fornitori esterni. Ci tengo a precisare che un buon prodotto, come ritengo sia il Tekno Design, non nasce dalla felice matita di un solo designer. Un buon design nasce da una buona squadra: io mi occupo del design, ma c’è chi mi assiste con l’engineering, chi mi supporta con gli acquisti… Non credo alla firma del super-designer, credo ad un buon lavoro d’equipe.
Quali sono gli elementi su cui si basa il design del nuovo veicolo?
Il progetto è innovativo perché ha estremizzato, diciamo così, alcune tecnologie e studiato nel dettaglio alcuni elementi d’arredo. Pensiamo all’integrazione tra cucina e dinette, con il piano di lavoro della cucina che non è una superficie ma un volume, una linea che dalla cucina sale e si collega alla dinette e poi scende a formare il bracciolo. Ho voluto ripensare in maniera totalmente diversa il blocco d’ingresso cucina-dinette. La funzionalità è incrementata: la comodità di avere il doppio bracciolo in dinette è di pochissimi veicoli, la capacità di stivaggio della cucina è notevole, il piano cucina è totalmente liscio, il rubinetto a parete non ingombra… Ho voluto studiare i dettagli e contemporaneamente l’insieme, perché fossero un tutt’uno, un’unica linea che aggiunge funzionalità. Il piano della cucina è in pietra acrilica, un prodotto che viene colato in stampo: viene utilizzato un procedimento costoso, che richiede un grosso investimento iniziale proprio per la creazione dello stampo. Però con questo sistema abbiamo ottenuto un lavello integrato nel piano di lavoro, e non è poco. Inoltre il materiale è inerte, antiacaro e antimuffa, facilmente pulibile, ha un effetto soft-touch tipico dei mobili di alto design dell’ultima generazione. E poi c’è il piano cottura in acciaio, creato appositamente su nostro disegno. Anche i tessuti sono stati fatti su disegno. Con questi tessuti abbiamo creato le V-bag, dei contenitori a parete che si possono staccare e usare all’esterno come borse: non è certo un plus che rivoluziona la vita del camperista, però aggiunge un pizzico di comodità e lo fa con un certo stile, in maniera “fashion”. La V del marchio Mobilvetta è stato lo spunto per creare il V-concept, un motivo estetico che accomuna vari elementi dell’abitacolo. C’è la V della linea che collega piano cucina e dinette, ma anche la V che crea continuità tra gli armadietti pensili e i ceilings. Devo dire che questo fa parte del mio bagaglio professionale: questa continuità tra arredo e soffitto è tipico del design della nautica contemporanea, lo si ritrova spesso sugli yacht moderni.
Investire risorse per fare del buon design ripaga dal punto di vista delle vendite dei veicoli?
Direi proprio di sì, Mobilvetta sta facendo numeri superiori allo scorso anno. Non dimentichiamo che la riuscita di questo progetto non si misura solo in termini di vendite: il Tekno Design non sarà il prodotto più venduto della gamma Mobilvetta, ma porterà un innegabile ritorno di immagine, un veicolo innovativo e di tendenza fa crescere la curiosità e l’apprezzamento del pubblico verso il marchio. Si viene quindi ripagati sia in maniera diretta, sia in modo indiretto.
E’ possibile fare buon design avendo un limite di prezzo non troppo elevato per il veicolo?
E’ un lavoro difficile, ma deve essere fatto. E’ un lavoro lungo, ma è quello che richiede il mercato: è necessario per vendere. In passato l’ho fatto con prodotti di livello medio, nella gamma Elnagh, ora lo sto facendo con prodotti di gamma più elevata. Occorre sempre avere ben presente il rapporto tra design e prezzo del prodotto, ma lavorando in maniera metodica si possono raggiungere buoni risultati.
“Form follows function” dicevano i padri fondatori dell’architettura moderna e dell’industrial design ad essa legato: ha ancora senso pensare che la forma debba derivare dalla funzione, oppure è sempre e solo la “bella forma” a dominare la scena?
Con questo progetto credo di aver raggiunto una buona mediazione tra forma e funzione. Queste linee eleganti e innovative, che salgono e poi ridiscendono dalla cucina alla dinette, nel loro cammino si portano dietro una serie di funzioni, con un sicuro miglioramento rispetto ad un camper standard. Anche in bagno la forma non è fine a sé stessa perché integra il miscelatore a parete e i vani portaoggetti, così come il collegamento tra pensili e ceilings è allo stesso tempo elegante e funzionale perché permette di sviluppare al meglio l’illuminazione e l’aerazione.
Quale è il rapporto tra forma e materiali? Ci sono dei materiali e dei semi lavorati che hanno cambiato, o cambieranno a breve, il modo di concepire l’arredo di un camper?
Il progetto d’arredo di un camper è complesso, soprattutto quando si vuole proporre qualcosa di nuovo. E’ una ricerca continua, che spesso vede il travaso di tecnologie da un settore ad un altro. Nel progetto Tekno Design, ad esempio, abbiamo ampiamente sfruttato la pietra acrilica, un materiale eccezionale che ci ha permesso di creare superfici e volumi di nuova concezione: con altri materiali avremmo dovuto scolpire, termoformare, lavorare in maniera complessa con risultati non sempre certi e soddisfacenti, oppure con costi e pesi troppo elevati. Abbiamo anche impiegato delle ante di alluminio con inserti in plexiglass: questo ci garantisce leggerezza, stabilità di forma, resistenza, durata del colore. La ricerca sui materiali è fondamentale, ma è certamente difficile, non lo nego. Significa trovare dei fornitori esperti e affidabili, dei fornitori capaci di assecondare le tue richieste e in grado di lavorare anche su quantitativi limitati. E’ un duro lavoro d’equipe: sicuramente questo progetto, con questi materiali, non avrei potuto portarlo avanti da solo. Ho la fortuna di avere un valido ufficio acquisti che mi supporta, mi agevola, mi aiuta con i nuovi fornitori. E non è facile introdurre un fornitore nuovo in un’azienda strutturata come lo è SEA-Trigano.
L’illuminazione artificiale è diventata sempre più determinante nell’abitacolo dei camper: serve realmente? Come si sta muovendo Mobilvetta in questo ambito?
Già da qualche anno Mobilvetta è full-LED, il che permette di non avere lampade a incandescenza: si raddoppia o addirittura si triplica la possibilità di illuminazione interna senza stressare la batteria. E si possono creare molte più varianti di illuminazione. Sul Tekno Desing non abbiamo luci puntuali, ma luci in linea, a nastro, tutte dimmerabili. Abbiamo inoltre un pannello di controllo, ben visibile proprio al centro dell’abitacolo tra cucina e dinette, un pannello che permette di scegliere la zona da illuminare, con alcune configurazioni pre-impostate, vedi la soluzione notte o quella per vedere la TV.
Quali potranno essere in futuro i cambiamenti più rilevanti nel design dei camper europei?
Il camper è a mio avviso un prodotto maturo, lo ribadisco, quindi la sfida è accontentare il cliente sulle esigenze di secondo livello, di livello superiore a quello base. All’interno di una certa fascia di prezzo tutti i costruttori possono dare risposte soddisfacenti per quanto riguarda la meccanica o l’impiantistica, quindi dobbiamo sforzarci di soddisfare altri tipi di bisogni del cliente. Dobbiamo fare in modo che il cliente possa identificarsi con il prodotto, avere un feeling con il veicolo, il camper deve rappresentare il suo proprietario. Accade anche per le automobili: non ci sono solo potenza, prestazioni e consumi, ma c’è anche un stile che differenzia i vari marchi.
Esiste ancora un vero design “made in Italy” percepito dalla clientela finale? Oppure con la creazione dei grandi gruppi industriali e le piattaforme comuni per vari veicoli, c’è il rischio che ci sia un design globalizzante?
Credo che l’Italian Design sia quello che denota ancora la capacità di osare, di proporre qualcosa di diverso, di deciso. Ultimamente si è diffusa la tendenza ai colori chiari, neutri, il beige e il grigio chiaro ad esempio: questo non è Italian Design. In edilizia, il costruttore propone come scelta base le piastrelle beige o grigio chiaro e così accade spesso nell’arredo dei camper: il beige e il grigio chiaro costano meno e non sono rischiosi, possono accontentare un po’ tutti. Però questa scelta non è propositiva, non è caratterizzante. Può andare bene su alcuni prodotti, ma su altri si può andare oltre.