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Monet si è fermato a Bordighera

L’artista di Giverny, nella città delle palme ci venne nel dicembre 1883 in compagnia dell’amico Renoir. Rimase così entusiasta delle meraviglie paesaggistiche e della luce di quei luoghi che dopo il suo rientro in Francia decise di ritornare subito a Bordighera. Si fermo nei primi tre mesi del 1884 e mise il suo cavalletto in vari luoghi per “fare cose meravigliose”.

Grazie alla vulcanica Silvia del Villaggio dei Fiori, che sempre più propone esperienze che esulano dal semplice pernottamento, siamo andati a Bordighera in marzo per ripercorrere le orme di Claude Monet nell’alcova esotica del parco di Villa Mariani.

Il buen ritiro del pittore Pompeo Mariani

Villa Mariani sorge in collina lungo la strada panoramica che da Bordighera Alta sale a Sasso e a Seborga. La villa fu progettata nel 1885 dall’architetto Garnier (quello dell’Operà di Parigi e del Casinò di Montecarlo). Nel 1909 fu acquistata dal brianzolo Pompeo Mariani (1857-1927), uno tra i più grandi impressionisti italiani e conosciuto in tutto il mondo per i suoi paesaggi marini. L’artista, che a Bordighera trascorse gli ultimi anni della sua vita, fece apportare ampliamenti alla villa e la fece affiancare da un grande cottage-atelier.

All’esterno è impossibile non notare dettagli che sono il frutto di arte pura, come la ringhiera liberty in ferro battuto (opera di Alessandro Mazzucotelli), un pinnacolo proveniente dal Duomo di Milano incastonato sull’angolo di un muro, gli ottoni finemente lavorati delle porte. Dal 1997, villa, atelier e parco sono di proprietà di Carlo Bagnasco, critico d’arte, collezionista e presidente della Fondazione Pompeo Mariani che si prefigge lo scopo di valorizzare universalmente l’opera del pittore (che ha realizzato una sterminata produzione pittorica) attraverso visite, convegni e mostre; e con iniziative volte a far conoscere le bellezze culturali e naturali del Ponente Ligure.

L’ultimo lembo del mitico Giardino Moreno

Il parco che circonda Villa Mariani è l’unico ettaro sopravissuto degli ottanta che componevano il Giardino Moreno, la cui estensione andava dal mare alla collina di Bordighera. Francesco Moreno, ricco commerciante che esportava olio d’oliva in Oriente e importava piante da ogni parte del mondo, ne aveva fatto una sorta di paradiso terrestre: “ indescrivibile, è magia pura, tutte le piante del mondo sembrano crescervi spontaneamente” scriveva Claude Monet all’amica Alice.

Passeggiare sui sentieri del parco di Villa Mariani, tra ulivi secolari, palme, agrumi e piante esotiche, accompagnati dalle descrizioni coinvolgenti e appassionate di Carlo Bagnasco, è un’esperienza irripetibile. E’ come calarsi in un sogno, nelle atmosfere di fine Ottocento quando Claude Monet fissò sulla tela le meraviglie che i suoi occhi coglievano, come le splendide vedute marine, i suggestivi scorci sul pittoresco agglomerato di Bordighera Alta. Tra la lussureggiante e profumata vegetazione del parco di Villa Mariani, Monet posizionò il suo cavalletto in tre punti ancora identificabili, dove realizzò tre capolavori: “Studio di piante di ulivo”, “Giardino a Bordighera”, “Impressioni del mattino”.

La “Pompei dell’Ottocento”

Così Vittorio Sgarbi ha definito l’atelier di Pompeo Mariani, che insieme alla villa e al parco è in odor di Unesco. La “Specola” (questo il nome dell’atelier) prese forma nel 1911 grazie al progetto dell’architetto e paesaggista Rudolf Winter e secondo la volontà di Mariani doveva fungere non solo da ambiente di lavoro ma anche da spazio espositivo per le sterminate collezioni d’arte che il grande pittore impressionista possedeva.

Entrare nella “Specola” che Bagnasco descrive con dovizia di particolari, procura sensazioni di meraviglia e stupore. La grande sala illuminata da ampie vetrate, con il grande camino del 700 (vi ardeva forse il fuoco dell’arte ?) che fa da sfondo all’enorme quantità di oggetti che la riempiono in una sorta di ordine disordine, fa rivivere le atmosfere di un’epoca passata. Un bellissimo lucernario contribuisce a dare luce all’ambiente e il soppalco di legno offre una vista spettacolare sulla scena; da quel punto gli ospiti e gli amici anche di fama internazionale prendevano visione delle opere dell’artista.

Per osservare ogni singolo oggetto (sono più di ventimila) che in modo scenografico anima la “Specola” e per apprezzarne il significato ci vorrebbero giorni. Tutto comunque conserva il fascino e la posizione originale come testimoniano le foto dell’epoca.

Per la cronaca l’atelier “La Specola” è il secondo al mondo visitabile per grandezza e autenticità.

Monet è ritornato in Riviera

A chi sta programmando o ha già programmato una vacanza al Villaggio dei Fiori di Sanremo, rammentiamo che fino al 31 luglio 2019, potrà visitare la mostra, unica e irripetibile dedicata a Claude Monet. A ospitare la mostra sono due location straordinarie: Villa Regina Margherita a Bordighera e il castello Doria a Dolceacqua.

Il ritorno di Monet dopo 135 anni dal suo soggiorno nel Ponente Ligure è stato reso possibile grazie alla collaborazione con il Museo Mamotand Monet di Parigi e alla disponibilità del Pricipe Alberto del Pricipato di Monaco che hanno messo a disposizione tre opere (due il museo e una il Principe) di straordinaria bellezza, realizzate dal Maestro dell’Impressionismo.

Nell’affascinante location regale Margherita di Savoia, per l’occasione riaperta al pubblico, in un tripudio di stucchi e vetrate artistiche, si ammira il dipinto “Vallée de Sasso, effet de Soleil” . L’esposizione è corredata da un interessante percorso multimediale, dalla collezione epistolare e fotografica del tempo.

“Le Chateau de Dolceacqua” e “Montecarlo vu de Roquebrune”, sono i dipinti che si contemplano nel castello Doria, icona dello spettacolare borgo di Dolceacqua insieme al ponte medioevale.

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