Uno degli argomenti affrontati durante il 13 ° Croatian Camping Congress a cui abbiamo partecipato lo scorso mese come già approfondito precedentemente, è il grande e importante tema del turismo accessibile. Già in passato avevamo avuto il piacere di intervistare Roberto Vitali, fondatore di Village4All e questa è stata l’occasione per avere un aggiornamento sul suo interessante lavoro di sensibilizzazione e certificazione delle strutture di tutta Europa che lo ha portato ad andare oltre i confini nazionali con il progetto in partnership con l’Unione dei Campeggi Croati (KUH): Tourism4all.
Vitali ha sottolineato come Il turismo accessibile sia ancora tutto da esplorare, basti pensare che nel mondo ci sono un miliardo di persone disabili, 27 milioni in Europa e 10mln in Italia. Queste persone non viaggiano mai da sole, fanno più di un viaggio all’anno, di una durata media di 10 gg, con una spesa di 120€ al giorno, escluse le spese di pernottamento.
Fortunatamente a livello legislativo l’accessibilità è regolata in modo che venga tutelato il confort del vacanziero. Però non basta solo questo, il focus deve essere infatti spostato sulle persone perché i disabili che fanno turismo, sono turisti e amano trovarsi in location accoglienti per sé stessi e per la propria famiglia. Hanno dunque esigenza di servizi flessibili, come ad esempio le passerelle per andare in spiaggia, ma scelgono di andare in vacanza per vivere esperienze come tutti gli altri, stare insieme ad amici non disabili in zone non dedicate.
Vitali ha sottolineato poi come si dovrebbe pensare e arrivare ad un’accessibilità trasparente, un unico prodotto turistico, e di ospitalità, adatto sia ai disabili che ai normodotati. «Creare dei servizi accessibili non deve limitarsi a comprare una casa mobile accessibile e metterla in un angolo, magari inaccessibile, bisogna creare il luogo adatto, dei servizi adatti, avere gente formata per ospitare tutti.» ha spiegato durante il suo intervento, «Il turismo accessibile non è solo per chi è in carrozzina, il turismo inclusivo produce economia e responsabilità sociale e deve dare a tutti la possibilità di andare in vacanza nello stesso luogo, basti pensare che in alcuni villaggi più del 10% degli ospiti arriva da turismo accessibile. Negli ultimi anni si è avuto un incremento del 118% di gruppi disabili dall’estero e del 40% di turisti disabili individuali.
Bisogna anche pensare che le disabilità motorie non sono le uniche, ma esistono anche disabilità sensoriali (es: ciechi e sordomuti), disabilità alimentari e persone che ad esempio necessitano di dialisi. Anche l’età potrebbe essere considerata una disabilità. In futuro si arriverà ad avere più del 35% della popolazione over 65. Queste persone anziane necessitano di servizi ad hoc come percorsi non lunghi, possibilità di riposarsi, menù scritti in grande. Anche grazie a questo si inizia a parlare di accessibilità trasparente, l’obiettivo è quello che una stanza non sia più dedicata ad un certo tipo di clienti ma a tutti i clienti.»
Il Progetto tourism4all
Quelle sopra descritte sono le premesse del progetto portato avanti in questi anni con tanta passione da Vitali, che oggi ha l’obiettivo di sviluppare un network di strutture turistiche italiane e croate con destinazioni accessibili. Per questo si avvarrà anche della collaborazione del KUH.
«Un campeggio è come un paese, con tutti i servizi quindi per arrivare ad essere veramente accessibile devono essere programmati diversi interventi da effettuare. Il turismo accessibile deve essere sempre in evoluzione, si parte con quello che si ha e si deve sviluppare seguendo una strategia.
Per fare questo è necessaria competenza, professionalità ed esperienze di persone che possono accompagnare ad affrontare un mercato di questo genere.
L’accessibilità trasparente non deve avere lo scopo solo di soddisfare il minimo di legge (come ad esempio 2 camere ogni 40 per gli hotel o 2 case mobili ogni 40 in campeggio). Questa tipologia di turismo deve arrivare a risolvere problemi logistici veri, come ospitare un gruppo numeroso di disabili senza dislocarli in diverse strutture per mancanza di servizi adatti.» conclude Vitali.
E noi ci auguriamo che questo avvenga in tempi brevi.
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